» Altri Argomenti » Questa pandemia è tutta colpa dell’uomo

In questi mesi oltre alla pandemia, stiamo assistendo anche alla prima infodemia della storia. Un susseguirsi di informazioni e notizie più o meno verificate che poi magari vengono smentite solo qualche ora dopo indipendentemente da chi, come e dove le abbia dette. Insomma sembra esserci una sola regola: Vale tudo! In questo delirio orientarsi è difficilino, insomma, si perde la bussola in un attimo e senza capire bene come sia successo ci si può ritrovare in una selva oscura…

Ci sono pochi punti fermi, ma uno forse uno granitico c’è eccome. La bussola della scienza infatti, secondo numerosi studi riconosciuti a livello planetario (che vi linko qui sotto) punta dritto dritto in una precisa direzione: l’uomo! Gli uomini, riconosciuti come unici colpevoli di questa pandemia. A quanto pare infatti lo sfruttamento della natura e del mondo animale da parte degli esseri umani è ciò che ha innescato tutto questo e cosa ancora più tragica è il fatto che era stato tutto largamente previsto.

Di questo ed altro parlo proprio in questo servizio che ho realizzato e intitolato: “questa pandemia è tutta colpa dell’uomo.” Come potete vedere all’interno del filmato, ho fatto quattro chiacchiere in merito con David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico, definito dal New York Times come uno dei più grandi scrittori contemporanei, e che nel suo libro Spillover aveva “profetizzato” tutto quanto, pensate aveva “indovinato” anche il luogo dove il virus sarebbe poi passato all’uomo: in un wet-market cinese.

Una tipologia di mercati presente in Cina e in alcuni paesi del Sud Est asiatico ma anche in altre parti del mondo come l’America Latina e alcune zone dell’Africa.

Questi luoghi, i wet-markets, sono simili a qualsiasi mercato italiano dove possiamo trovare carne di pollo, di maiale, di manzo, pesce, uova e quant’altro. In questi mercati però, ci sono anche alcune sezioni dedicate anche agli animali selvatici ed è proprio questa parte del mercato a prendere il nome di wet-market, ovvero mercato-bagnato, dove gli animali vivi, vengono macellati e venduti per il consumo, animali selvatici compresi.

Secondo alcuni studi il covid19 si sarebbe innescato proprio all’Huanan Seafood market di Wuhan, al cui interno c’è anche la sezione wet-market, e sarebbe proprio quello il luogo dove un animale selvatico venduto illegalmente, (sotto banco) probabilmente un pangolino, precedentemente infettato da un pipistrello, avrebbe poi trasmesso il virus all’uomo.

La chiave di lettura di questo passaggio, di questo “salto” dall’animale all’uomo, sta tutta nel traffico illegale di questi animali selvatici provenienti dai quattro angoli della terra e poi rivenduti in Cina e non solo. Ad oggi infatti, il traffico illegale di animali selvatici è un vero e proprio mercato globale e il suo apice criminale si trova in Asia. Un worldwide business che ogni anno vale decine di miliardi dollari, profitti generati anche da diversi crimini contro l’ambiente, ad esempio: la deforestazione.

Di questo universo criminale ho parlato con Andrea Crosta cofondatore di Earth League International. Si occupa di lotta ai crimini contro l’ambiente e il mondo animale. Ed è stato anche il protagonista del docufilm su Netflix: The Ivory Game, prodotto in collaborazione anche con Leonardo Di Caprio, dove si racconta la rotta dell’avorio dall’Africa alla Cina. Un mondo criminale che così come altri fenomeni legati al traffico illegale di animali Andrea documenta e combatte attraverso un vero e proprio lavoro d’intelligence portato avanti sia da lui in persona che dai suoi team sotto copertura sparsi per il mondo.

Insieme ad Andrea vi racconto anche il traffico illegale di pangolini, dall’Africa ai wet-markets cinesi. Pensate che un piatto di pangolino può arrivare a costare anche 1.000 dollari. La vescica natatoria della totaba, un pesce cacciato in Messico (lato oceano Pacifico) può valere anche 100.000 dollari. Il perché lo trovate nel servizio, no spoiler!

Di tutto questo ne ho parlato anche con il Dr. Peter J.Li dell’Università di Houston Downtown, esperto di illegal animal trade in Cina. Per capire il mercato illegale che avviene nei wet-markets cinesi e non, e per capire tutti gli elementi che hanno contribuito ad innescare questa pandemia bisogna mettere a fuoco un mondo che ormai è paragonabile a quello del traffico della droga. Una lunga catena che parte dai bracconieri e arriva ai boss, i quali tirano le fila di tutto e che ogni anno uccidono decine e decine di ambientalisti “colpevoli” di mettergli i bastoni tra le ruote.

“Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

buona visione!
G

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